La disoccupazione coglie solo una parte del reale divario tra occupati e coloro che vorrebbero lavorare.
Il “tasso di mancata partecipazione” (l’indicatore “U–6” dell’US Bureau of Labor Statistics o l’indicatore di Labour Slack dell’EUROSTAT) è una misura alternativa di sottoutilizzo del lavoro che coglie con maggior precisione il divario tra domanda e offerta di lavoro perché, oltre ai disoccupati, prende in considerazione anche gli “scoraggiati” (le persone disposte a lavorare ma che non svolgono attività di ricerca attiva) e i “sottoccupati” (gli occupati che sarebbero disposti a lavorare più ore).
Per dar conto delle peculiarità del mercato del lavoro italiano, il labour slack della SVIMEZ prende in considerazione, oltre agli “scoraggiati”, anche i “sottoccupati” calcolati come il 50% dei lavoratori in part-time involontario (i lavoratori part-time che vorrebbero lavorare a tempo pieno). In Italia, il tasso di non lavoro è pari al 19,3% nel 2023 e riguarda complessivamente 5,3 milioni di persone, che potrebbero e vorrebbero lavorare ma sono disoccupate, scoraggiate o sottoccupate.
Al di là delle fluttuazioni congiunturali, nel Mezzogiorno la debolezza del mercato del lavoro è molto più marcata, con un labour slack che assume valori più che doppi rispetto a quelli rinvenibili nel resto del Paese (33% contro il 16% del Centro e l’11,5% del Nord). Il fenomeno coinvolge complessivamente 2,9 milioni di persone nel Mezzogiorno, di cui circa 1 milione rientrano nella definizione ufficiale di disoccupazione, circa 1,5 milioni di forze lavoro potenziali (scoraggiati) e circa 400 mila occupati con part-time involontario (sottoccupati).
La Regione con la quota più alta di persone che, pur volendo, non lavorano o sono sottoccupate è la Sicilia con il 38%, seguita da Calabria e Campania con il 36,8%, più di 4 volte il valore del Trentino-Alto Adige.
Se in Italia il tasso di “non lavoro” coinvolge una donna su quattro (24,8%), la misura sale al 42% per le donne in età da lavoro del Mezzogiorno e addirittura al 50% nel caso di Sicilia, Campania e Calabria, dove una donna su due è disoccupata, scoraggiata o sottoccupata. Nel Mezzogiorno si registra, da un lato, un deficit di offerta nei servizi di cura alla persona, come gli asili nido, dall’altro la domanda di tali servizi rimane scarsa anche a causa di redditi bassi e famiglie che non possono permetterseli. La partecipazione femminile al mercato del lavoro – la possibilità di scegliere – rimane dunque uno dei nodi da sciogliere del nostro Paese e richiede l’implementazione di politiche strutturali al momento assenti.
Labour slack SVIMEZ – totale (2023)
Fonte: elaborazioni SVIMEZ su dati ISTAT
Labour slack SVIMEZ – donne (2023)
Fonte: elaborazioni SVIMEZ su dati ISTAT